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Castelvecchio Calvisio e il suo territorio

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Castelvecchio Calvisio è situato nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a 35 km da L'Aquila, lungo una deviazione della statale 17 che collega il capoluogo a Pescara. Il borgo si affaccia sulla Valle del Tirino, a 1067 m s.l.m. e deve probabilmente il suo nome a Calvisio Sabino, nobile romano che chiamò così le abitazioni sorte sul tracciato della Claudia Nova, importante arteria che collegava la città di Peltuinum (nel territorio dell'attuale Prata d’Ansidonia), alla città di Aufinium (l'odierna Ofena).
La principale caratteristica del borgo è il suo impianto urbano ellittico che racchiude una spina decumanica intersecata, con le strette strade coperte da volte ed archi, e le caratteristiche case che si sviluppano su più livelli, raggiungibili grazie a ripide scale che poggiano su mensole dette "barbacani".
Le prime attestazioni relative alla presenza in questo sito delle chiese di S. Lorenzo, S. Cipriano, S. Giovanni e S. Martino, intorno alle quali si era sviluppato un piccolo agglomerato rurale, risalgono intorno all’VIII secolo d.C. e notizie del 1173 del borgo e della vicina Carapelle sono riportate nei manoscritti di Anton Ludovico Antinori.
Con l’avvento del feudalesimo, questi piccoli agglomerati rurali si riunirono in un luoghi in grado di rispondere, per le proprie caratteristiche morfologiche, alle esigenze di difesa e di controllo dell'area. Probabilmente risale a questo periodo l’origine di Castelvecchio come borgo medievale.
La storia del borgo è caratterizzata inoltre dalla presenza di numerose famiglie che accentrano il potere politico ed economico del territorio. Tra questi abbiamo i Conti dei Marsi ai quali successero gli Acquaviva. Nel 1384 la terra di Castelvecchio venne ceduta ai Conti di Celano, ed in seguito al dominio degli Sforza. Nel 1478 la Baronia di Carapelle (che comprendeva i centri di Castel del Monte, Calascio, S. Stefano di Sessanio, Barisciano, Castelvecchio Calvisio e Carapelle Calvisio), passò ad Antonio Piccolomini, Duca d’Amalfi e Conte di Celano e nel 1566 l'intera Baronia venne venduta al Granduca di Toscana, Don Francesco dei Medici. I Medici ne manterranno il possesso fino al 1743, garantendone uno stato di generale floridezza. Da tale data la Baronia passò al Regno delle Due SiciIie, sotto iI dominio dei Borboni e, solo all’inizio del novecento Castelvecchio acquistò autonomia comunale staccandosi dalla vicina Carapelle.

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